Dossier Brimstone – di Douglas Preston e Lincoln Child
Non si può parlare di questo romanzo senza prima fare un passo indietro verso gli autori ed i loro romanzi.
La coppia Preston-Child è stata in grado fin dagli esordi con il famosissimo “Relic” di rinnovare e manipolare intelligentemente ed anche un po’ cinicamente, il genere thriller. Mescolato con altri genere, tessuti insieme da due voci opposte eppure complementari, il thriller ha dimostrato che po’ andare molto più in là della ritrita formula “decine di ammazzamenti”, inoltrandosi in un mondo di misteri, avventure e orrori dove solo pochi brillanti autori hanno saputo arrivare.
Tale risultato è dato proprio dall’unione di due menti che viaggiano su livelli diversi ma che pure si uniscono sapientemente:
Douglas Preston apporta la dimensione avventurosa e scientifica, con particolare riguardo per le antiche civiltà indiane (che sono parte integrante del romanzo “Maledizione”) e per i misteri delle foreste primordiali;
lincoln child dimostra tutta la sua conoscenza della tecnologia più evoluta ed una salutare quanto peculiare dose di cinismo, che aiuta ad evitare sia le trappole del buonismo che a non prendersi mai troppo sul serio.
Così abbiano avuto due thriller a base di horror e verosimiglianza scientifica, ovvero il dittico “Relic” “Reliquary”, caso raro di sequel persino migliore dell’originale, che aggiungeva anche una (cinica) nota di costume sociale. A questi sono seguiti “Marea” una caccia al tesoro su un isola disabitata che diventa una crudele metafora della rapacità umana; “Maledizione”, dove la ricerca di un sito archeologico diventa una trappola mortale; “Mount dragon”, in cui le due mentalità sono più evidenti, in quanto si mescolano laboratori segreti nel deserto, virus letali e mondi virtuali grandi come città futuristiche; “ice limit”, forse il loro capolavoro, dove il ritrovamento di un meteorite porta ad una serie di eventi inarrestabili e ad un finale tachicardico.
Ed infine arriviamo alla serie dedicata al mitico, misterioso ed unico agente Pendergast.
E qui emerge un’altra particolarità del duo di autori: ognuno di questi romanzi è sottilmente connesso all’altro, a volte solo per l’incrocio di personaggi, altre perché situazioni all’apparenza slegate vengono collegate tra loro in maniera tutt’altro che palese ma che rende la lettura, per chi riesce ad scoprirlo, una piacevole caccia al tesoro parallela.
In questo Pendergast è il caso più evidente. Già co-protagonista dei due “Relic” (anche se nella versione cinematografica non se ne parlava affatto), questo geniale ed inquietante agente dell’FBI, che sembra sapere sempre tutto e trovarsi sempre nel posto giusto, ma anche essere depositario di oscuri segreti, guadagno giustamente una serie tutta sua con “La camera degli orrori”, dove finalmente scopriamo qualcosa in più sul suo misterioso passato. che ha i contorni di un incubo.
La serie è fino ad oggi composta da 3 romanzi (un 4°, dal titolo “dance of death” è previsto negli usa intorno a giugno di quest’anno):
La camera degli orrori
Natura morta
Dossier Brimstone
Contrariamente a quanto accade usualmente con i thriller seriali però, non è consigliabile partire da uno qualsiasi degli episodi, perché laddove altrove la storyline che collega i vari episodi si limita a “chi è morto e chi no, con chi è andato a letto il protagonista e se gli hanno o meno accoppato la fidanzata di turno”, in questa originalissima serie ogni episodio si rivela essere la tessera di un puzzle ampio e dai contorni cupi, dove la risoluzione di un mistero apre solo la porta ad un altro ancora più oscuro e dove i dettagli forniscono più indicazioni di quanta non faccia la trama principale, quasi solo un pretesto utilizzato per pennellare una trama più grande ed ancora inconoscibile.
In questo “Dossier Brimstone” si rivela essere una tessera tanto preziosa quanto persino più misteriosa dei due capitoli precedenti.
“Brimstone” in inglese significa “zolfo”, che qui assume contorni tanto infernali quanto di feroce satira sociale (tanto feroce quanto realistica ed intelligente), quando alcuni personaggi dell’alta società di dubbia moralità sembrano aver dovuto pagare il pegno con un certo personaggio con le corna che vive molto, molto in basso.
Sulla prima scena del crimine compare il nostro Pendergast, ma soprattutto, anche uno dei personaggi dei due “Relic” e poi un altro da “Reliquary” (motivo x cui è meglio aver letto anche i romanzi precedenti, peraltro ottimi), che come negli altri due romanzi, sembra seguire una sua pista personale e sembra sempre slegato dall’istituzione per la quale lavora.
Anche qui, come negli altri lavori, i due autori giocano con i generi, per cui abbiamo il giallo classico, chiamato in realtà “Whodunit”, per cui abbiamo dei sospetti che hanno visto per ultima la vittima dello strano omicidio (che non ha nulla di umano, all’apparenza), strani segnali apocalittici e indizi che collegano tra loro persone ed oggetti che più distanti tra loro non potrebbero essere.
Così mentre pendergast viene in italia (precisamente in toscana) per seguire indizi a cui nessuno sembra dare peso (in quanto troppo, troppo strani) a New York sale la febbre da “la fine è vicina” e central park diventa un assurdo centro di culto fanatico.
Ma oltre alla trama principale c’è di più, molto di più, perché sul finale “Brimstone” svela la sua vera natura, quella di una nuova tessera di un disegno più grande ed inesplicabile che va componendosi puntata dopo puntata.
Ineccepibile come romanzo, ha il solo limite di non poter essere compreso appieno se letto separatamente dagli altri due precedenti, anche se in realtà sarebbe meglio leggere anche i due Relic, perché costituiscono una base essenziale per comprendere personaggi e situazioni ricorrenti.
C’è da dire che in questo la Sonzogno, da sempre intelligente editrice italiana della coppia (per di più in ordine rigorosamente cronologico, un vero miracolo rispetto al panorama usuale italico) rende facile il compito a lettore che volesse approfondire la conoscenza di questi due geniali autori: infatti le edizioni economiche costano solo 5,90 e di questo non possiamo che ringraziare la casa editrice, visti i costi proibitivi attuali dell’editoria!
Concludendo,se già li avete letti non perdetevi “Brimstone”: gli scenari si ampiano ed il colpo di scena finale è davvero bastardo. Se ancora non li conoscete, vi consiglio caldamente il duo preston-child, vi faranno scoprire un mondo decisamente diverso dalla quintalata di thriller tutti uguali che vengono editati qui da noi, perché sappiate che esistono ben più generi, e più intelligenti, del “serial-cheppalle-killer” style, ma non preoccupatevi, anche qui non mancano le pennellate di sangue, se proprio non potete farne a meno. Soprattutto nella “camera degli orrori” capace di notevoli pugni allo stomaco, mentre in “natura morta” prevale uno humour nero di raro cinismo e intelligente cattiveria.
Perché in fondo in fondo, è nel profondo dell’animo umano che si nasconde il vero orrore, non negli effetti speciali da film di paura.
Voto 8